martedì 31 luglio 2012

Una rarità di Pistoletto scovata di recente


Michelangelo Pistoletto, Galleria del Leone, Venezia 1964

Di Pistoletto e della mia passione per la sua arte ho già parlato nel mio primo post per questo blog.
In questa occasione voglio soltanto condividere con chi mi leggerà una recente trouvaille: il catalogo-invito della sua quarta mostra - terza in Italia - tenuta presso la Galleria del Leone, uno spazio espositivo che non entrerà nel circuito delle gallerie ricordate come cruciali degli eventi artistici di quegli anni, ma che in questo caso acquista pregio per la scelta dell'artista, destinato alla fama negli anni che seguiranno.
Come la maggior parte dei cataloghi di mostre di quegli anni - vedi quelli della Galleria La Tartaruga o quelli dell'Attico, o ancora quelli del Cavallino - la veste editoriale è più che mai scarna ed essenziale, fatto che a mio avviso ha contribuito ad aumentare la rarità di questi testi, poiché molto probabilmente venivano gettati dopo la visita alla mostra (anche se in questo caso non si tratta di un vero e proprio catalogo, ma di un invito; spesso però - a scarsità di mezzi economici - unico documento a testimoniare l'avvenimento).
Soltanto un pieghevole che annuncia l'evento, accompagnato in questo caso da due quadri specchianti, cifra distintiva di Pistoletto.
Un'altra rarità che sono lieta di aggiungere alla mia collezione!

About Pistoletto and my passion for his art I've already spoke in my first article for this blog. I just want to share with those who will read me my recent trouvaille: his fourth exhibition catalogue-flyer (the third in Italy) from the Leone gallery, a space which is not remembered as crucial for italian history of art from the Sixties, but which is in this case very important for the choice of the artist; one of those who became famous.
As most of exhibition catalogues of those years - look for example the ones from Tartaruga gallery or Attico, but also from Cavallino gallery - the edition aspect is sober and essential, which on my opinion has contributed to make them rare, because probably they were thrown away after the exhibition (although this is not a real exhibition catalogue, but an invitation card. Oftently it's the only attestation of the event, because of a short economical possibility of those ages).
Just a flyer to announce the event, followed in this instance by two mirror paintings, typical Pistoletto's.
Another rarity that I'm glad to add to my collection!

giovedì 26 luglio 2012

Scaffale dei rari

 Alain Robbe-Grillet, Il Voyeur, Einaudi, Torino 1962
(immagine -mi scuso per la qualità- da Charta, marzo - aprile 2012)

In un bellissimo articolo su Charta di un paio di mesi fa viene ricostruita brevemente la storia dei mitici Coralli editi dalla collana Einaudi. Tra le rarità, questo classico della letteratura francese del nouveau roman, Il Voyeur di Alain Robbe-Grillet, raro e ricercato. 
Nell'articolo, Claudio Pavese chiarisce un dubbio sorto probabilmente a molti collezionisti di questi libriccini: le due diverse posizioni del titolo. Sembra che la sovraccoperta uscì i due versioni differenti nella stessa edizione.

In a good Charta's article of a few month ago I red a reconstruction of the history of the legendary Einaudi's Coralli series. One of its rarities is this classic of the french nouvea roman, Il Voyeur by Alain Robbe-Grillet, rare and sought.
In the article Claudio Pavese makes clear a doubt that probably had many collectors about this book: the two different positions of the title.  It seems that the dust jacket came out in two different version in the same printing.

martedì 24 luglio 2012

Una rarità di Paul McCarthy

Paul McCarthy, Galerie Krinzinger, Wien 1993
D'accordo, non è uno degli artisti più politically correct o tra i più puri della scena artistica contemporanea. Ma quanti artisti sceglierebbero una simile immagine per promuovere la propria arte al pubblico? E soprattutto, facciamoci coinvolgere, una volta ogni tanto, da qualcosa di "diverso", guardando oltre (ovviamente se sussiste, l'"oltre").
Evitiamo di nasconderci dietro a un'arte "socialmente accettabile" storcendo il naso di fronte a espressioni nuove.

Questo è un piccolo catalogo di poche pagine (solo immagini e una breve biografia dell'artista) che ho comprato da un libraio antiquario online di Berlino a pochi euro ed è, se ho svolto correttamente le mie ricerche, il primo catalogo a stampa dell'artista (la sua prima personale è del 1979, ma non credo abbia prodotto un catalogo per l'occasione). 
Attualmente vi è soltanto un'edizione in vendita, a 200 euro. Chissà se ne rispunteranno delle altre?
L'artista è originario di Salt Lake, dove ha mosso i primi passi nel campo dell'arte, per poi spostarsi a Los Angeles e ora in tutto il mondo, consacrato dall'ingresso nella collezione Pinault. 

Flowers, 2005, Inflatable sculpture, Haus der Kunst, Munich

La sua arte è fortemente provocatoria, costituita prevalentemente da sculture in bronzo e materiali eterogenei. Le sue scene sono animate da pupazzi dalla cromia audace e dall'aspetto rugoso, sistemati in posizioni grottesche, talvolta erotiche o dissacranti. Vi sono spesso situazioni complesse con bambole dalle teste enormi, in un mondo particolare e di forte impatto; oggetti che procurano inevitabilmente un certo piacere alla vista.

White Snow Dwarf (Doc), 2010
Courtesy the artist and Hauser & Wirth


Pig Island, 2010 Fondazione Trussardi, Palazzo Citterio, Milano


Pinocchio, libro d'artista, Reunion des Musees Nationaux, Nizza 2002
In vendita qui.


Ok, he's not one of the most politically correct artists, or one of the most pure ones in the contemporary art scene. But who could choose an image like that to promote his art? And above all, let's abandon ourselves, for at least one moment, to the appreciation of something different, something “beyond” (of course if it does exists a “beyond”). 
Let's avoid “socially acceptable” art, refusing new art expressions.
This is a small catalogue I've bought from an online antiquarian librarian from Berlin (it has only images and a short artist's biography) for a few euros. If I made correctly my researches, it is a first printed artist's catalogue (his first solo exhibition is from 1979, but I don't think he printed a catalogue for the occasion).
At the moment there is just one on sell in the Internet, for 200 euros. Who knows if will appear another copy?
The artist comes from Salt Lake, where he made his debut. Lately he moved to Los Angeles and had exhibitions around the world; he had finally his consecration with the entrance in the Pinault collection.
His art is highly provocative, constituted mainly by bronze or mixed materials sculptures. His scenes are animated by high coloured and wrinkled puppets, positioned in grotesque and complex situations, sometimes erotic or desecrating. Often we have dolls with big heads, living in a unusual world, which provokes both a strong and pleasant visual impact.

Hemingway, Parigi e rarità bibliografiche

Ernest Hemingway, A Moveable Feast, Scribner's, New York 1964
(immagine tratta da Bauman Rare Books, New York)
Festa mobile di Ernest Hemingway (la prima edizione è stata pubblicata postuma) a mio parere è uno dei libri che raccontano con maggior efficacia il mood parigino degli anni Venti, rievocato peraltro di recente da Woody Allen in Midnight in Paris.
Attraverso ricordi e sensazioni, l'autore rivive il primo periodo della sua carriera letteraria, trascorso tra brasseries e caffè parigini, facendo la conoscenza della grande Gertrude Stein, con la quale Hemingway avrà un rapporto di odio e amore, quella di Francis Scott Fitzgerald, il grande scrittore dalla vita turbolenta (in parte a causa dell'instabile moglie Zelda) e molti altri protagonisti della scena parigina di quegli anni.

Una scena del film Midnight in Paris di Woody Allen
(immagine tratta dal link)

Dal racconto traspare il carattere timido e insicuro di Hemingway, la sua semplicità e il suo subordinarsi agli altri. Ma quello che più mi ha colpita è la sua grande passione per la lettura e per i libri di qualità, di cui spesso ha occasione di discutere nel testo. Riporto un passo che introduce la problematica della differenza tra libri inglesi e quelli francesi: 

">Come fa a riconoscere un buon libro francese?< >Prima di tutto ci sono le illustrazioni. Poi si tratta di vedere la qualità delle illustrazioni. Poi c'è la rilegatura. Se un libro è bello, il proprietario lo avrà fatto rilegare come si deve. I libri in inglese sono tutti rilegati, ma rilegati male. Non c'è modo di giudicarli<". (da Ernest Hemingway,  Festa mobile, Mondadori 2007, p.75) 

Personalmente trovo questa osservazione molto interessante: le prime edizioni inglesi o americane sono spesso difficilmente distinguibili da tirature successive. La carta è scadente, la legatura simile a tutti gli altri testi coevi. Una prima edizione francese, invece, come minimo avrà diversi tipi di carta scelti per le diverse tirature (carta japon, ad esempio, o olandese) e alle volte porterà una rilegatura in cuoio o mezza pelle.
Tutto ciò è indicativo del gusto per l'editoria di pregio presente in Francia praticamente da sempre, a differenza che in America o in Inghilterra, dove il libro è visto precocemente più come un "oggetto industriale", stampato in tantissime copie e diffuso soprattutto tra il ceto medio. 

Marcel Proust, A la recherche du temps perdu. Du côté de chez Swann, Paris, Grasset, 1913 (immagine della libreria antiquaria Le Cabinet d'Amateur, Neuchâtel)
Un esempio di rilegatura francese su un'edizione di pregio


rnest Hemingway, A Farewell to Arms, Scribner's, New York 1929
(immagine della libreria antiquaria James Cahill/Rare books, Inc., Aliso Viejo)
Un esempio (subito sopra) di rilegatura americana (in questo caso originale e non applicata dall'acquirente) su una prima edizione di grande importanza.   
L'assenza della sovraccoperta, giudicata fondamentale dal collezionista serio e in questo caso mancante, può talvolta far abbassare di molto il prezzo del libro. 

Tornando a Festa mobile, un altro bel passo è quello verso la fine del libro, quando Fitzgerald fa vedere a Hemingway la prima edizione del suo The Great Gatsby.  
L'autore scrive: "Un paio di giorni dopo il viaggio Scott mi portò il suo libro. Aveva una copertina vistosa e ricordo che rimasi imbarazzato da tanta violenza, dal suo cattivo gusto e dalla sua aria equivoca. Sembrava la copertina di un brutto libro di fantascienza. Scott disse che non dovevo lasciarmi impressionare: si riferiva a un tabellone pubblicitario lungo un'autostrada di Long Island che aveva un posto importante nella storia. Disse che prima la copertina gli piaceva ma adesso non gli piaceva più, e io prima di leggere la tolsi". (op. cit., p.206-7) 

Francis Scott Fitzgerald, The Great Gatsby, Scribner's, New York 1925
 (immagine della libreria antiquaria Between The Covers, Gloucester City)
 Questo passo può facilmente giustificare il feticismo dei collezionisti di edizioni rare: ogni prima edizione, oltre a comunicare sensazioni e emozioni provate durante la lettura, racchiude in sé passioni, scelte, insicurezze dell'autore nei confronti del libro nella sua fisicità e negli aspetti tecnici, di cui l'esemplare ne è testimone. 

Concludo offrendo un confronto tra due edizioni dei due compagni di strada, entrambe del 1926 e edite da Scribner's, molto simili tra loro nella grafica.
 Ernest Hemingway, The Sun Also Rises, Scribner's, New York 1926
(immagine dal link)


Francis Scott Fitzgerald, All The Sad Young Men, Scribner's, New York 1926
(immagine della libreria antiquaria Peter Stern & Co., Inc.)


The Ernest Hemingway's A Moveable Feast (the first edition was published posthumously) is in my opinion one of the books which most incisively talks about the parisian's mood of the Twenties, recently revoked by Woody Allen in his Midnight in Paris.
Through memories and sensations, the author brings back to life his first career period, spended in parisian's brasseries and caffès, knowing Gertrude Stein, with whom Hemingway has got a hate-love relation, Francis Scott Fitzgerald, the great writer who whas a turbulent life (also because of his unstable wife Zelda) and other important protagonist of that age.
Reading the text we can feel his shy and insecure temperament, but the part of the book that interested me most, it's when he describes his passion for literature and quality books, about which in the book he talks frequently. 
Here I report a passage that introduces the question about the difference between french and english books:
“>How do you recognize a good french book?< >First of all there are illustrations. Than you have to check the quality of these illustrations. Than there is a cover. If a book is beautiful, the owner must have arranged the binding as it should be. English books are all bound, but in a bad way. It's impossible to judge them<”.
(this is my -bad- translation from the italian edition of Festa mobile, Mondadori 2007, p.75)
Personally I think that this observation is very interesting: first english or american editions are hardly distinguishable from other later printings. The paper is poor, the cover similar to other contemporary books. A first french edition, on the contrary, will have at least different types of papers for different printings (for example the japon paper, or Hollande) and sometimes has a half or full leather binding.
This is indicative of the french taste for the quality publishing, practically since ever, differently from America or Great Britain, where books were seen very soon as an “industrial product”, printed in a large number of copies and diffused mainly in the low part of the society.
Here you have two examples of french/english first editions. The last one has not the dust jacket: this fact, very important for serious collectors, could be very crucial when a librarian decides the price of the book.
Coming back to Festa mobile, another beautiful passage is circa at the end of the book, whe Fitzgerald comes to visit Hemingway to show him the first Great Gatsby edition:
A day or two after the trip Scott brought his book over. It had a garish dust-jacket and I remember being embarrassed by the violence, bad taste and slippery look of it. It looked the book-jacket for a book of bad science fiction. Scott told me not to be put off by it, that it had to do with a billboard along a highway in Long Island that was important in the story. He said he had liked the jacket and now he didn’t like it. I took it off to read the book”. (the passage is from the link)
This passage could easily justify the collector's feticism for rare editions: each one, as well as comunicating sensations and emotions felt during the reading, it also contains author's passions, choices, insecurities about the book in his phisical and technical aspects, of which the copy is a witness.
I conclude offering a confrontation between two editions of these trip companions, both printed by Scribner's in 1926, which are grafically very similar.

lunedì 9 luglio 2012

Torino e i suoi bouquinistes

Via Po, Torino
La scorsa settimana, per motivi di studio (sono andata ad incontrare l'illustre studioso del libro d'artista Giorgio Maffei!!) ho visitato per la prima volta la città di Torino e ne sono rimasta folgorata. Sotto i portici di via Po, ma anche all'inizio di Corso Francia o intorno alla stazione Porta Nuova vi è un numero davvero importante, e inusuale per una città italiana, di negozi e bancarelle di libri usati!
Prima di visitare un luogo ho sempre l'abitudine di informarmi in merito a librerie antiquarie o negozi di libri usati presenti in città e per quanto riguarda Torino non mi aspettavo davvero di trovarne così tante... chiacchierando poi con un tassista, vengo a sapere che vi è una vera e propria cultura del "libro di qualità" (infatti nelle varie disamine dei negozi raramente ho incontrato le solite squallide edizioni del Club degli Editori - diffusissime per quanto riguarda la gran parte dei mercatini dell'usato delle mie parti - o vecchi e pesantissimi tomi di arte o di viaggi) e la città organizza di sovente fiere del libro sia nuovo che usato.
Non va scordato che Torino è la città dell'editore Einaudi e di una delle librerie antiquarie più rinomate e storiche d'Italia: la Pregliasco.

Un'immagine della storica libreria antiquaria Pregliasco
In definitiva, per chi ha la fortuna di avere molto tempo libero e ama frugare fra vecchi libri, Torino ha molto da offrire!

Last week I had to go to Turin for research reasons (I had to meet the reknown artist's books' researcher Giorgio Maffei!!). 
I didn't know nothing about the city, which left me astonished; under the portici of via Po, but also in the beginning of Corso Francia or around Porta Nuova station there is an enormous amount of second-hand and antiquarian booksellers, very unusual for an italian town!
Before I visit a city I use to inform myself if there are any antiquarian bookshops in town and for what concerns Turin I really didn't expect so many of them... by the way I spoke with a taxi driver, who told me that they have a real "quality book culture" (indeed I bearly found in this trip bad quality books like those printed by Club degli Editori -so popular on flea markets around my city- or old and heavy art or travel books). Moreover they use to organize habitual both second-hand and new book fairs.
We must remember also that Turin is the country of Einaudi and where one of the most historical and reknowned italian's antiquarian bookshops is: the Pregliasco.
To conclude, for those who are lucky to have a lot of free time and love to search for old books, Turin has a lot to offer!

giovedì 5 luglio 2012

Un artista (e relativa chicca editoriale) da tenere d'occhio

Vanessa Joan Müller, Markus Schinwald: Tableau Twain, Lukas & Sternberg, New York 2004
Published on the occasion of the exhibition Tableau Twain, a cooperative project of Frankfurter Kunstverein and Siemens Arts Program






"Markus Schinwald, born in 1973, lives and works in Vienna. His films, photos, installations, and graphic artworks, create a highly charged aesthetic collection of curios in which the human being – transformed into marionette-like dolls by physical extensions, prostheses, and mechanical apparatuses – stands in the focal point of observation."- text and picture taken from the link.

Amelie, 2012, Galleria Giò Marconi, Milano


Nathalie, 2012, Galerie Yvon Lambert, Paris



La biblioteca dei Leopardi

"Non passa alla storia come un tipo simpatico, Monaldo. Peggio ancora la madre, Adelaide Antici, tirchia e dura. Ma un merito Monaldo ce l'ha: ha messo in piedi una grande biblioteca dove Giacomo si è copiosamente abbeverato e che ha anche contribuito ad allestire. Aperta al pubblico dal 1812, celebra ora il bicentenario con una mostra dedicata al poeta e alla sua passione per i libri (...)." 
"(...) rimasto sostanzialmente com'era in origine e che dunque ha respinto gli assalti del tempo. D'altra parte fu proprio Monaldo, nel suo testamento, a indicare ai suoi discendenti la necessità di mettere a disposizione di chiunque volesse averne accesso questo sterminato patrimonio di volumi (...)".
L'articolo continua al link.

"He wont' be reminded as a nice person, Monaldo. Neither his mother, Adelaide Antici, a miser and stiff person. But Monaldo has a merit: he has built a huge library where Giacomo has studied and contributed to enlarge it. Opened to the public in 1812, now it celebrates the bicentenary with an exhibition dedicated to the poet and his passion for books (...)."
"(...) the place has been left as it was originally, also thanks to Monaldo who has planned in his testament the opening of the library to the public (...)".
The article continues to the link.

mercoledì 4 luglio 2012

Milena Milani, L'angelo nero e altri ricordi

Milena Milani, L'angelo nero e altri ricordi, Rusconi, Milano 1984
con fotografie all'interno

Un libro di non difficile reperibilità che a prima vista non ci dice nulla, ma che reca all'interno tantissimi ricordi sugli anni Sessanta di cui la Milani, in veste di giornalista ma anche artista (prese parte allo spazialismo assieme a Lucio Fontana), è stata protagonista. La copertina è tratta da un dipinto di Leonor Fini. Consigliato!

A not so rare book that apparently doesn't comunicate anything, but in fact inside it has many memoires about Sixties, which Milena Milani have experienced as a journalist and also artist (she was participated to the spatialism with Lucio Fontana). The dust jacket is taken by a Leonor Fini's painting. I really suggest it!