martedì 11 dicembre 2012

La trasformazione del catalogo di mostra negli anni Sessanta


Jannis Kounellis, Alfabeto, Galleria Arco d'Alibert, Roma 1966 (immagine tratta dal link)
Il catalogo cartaceo, che solitamente esce in occasione della mostra personale di un artista, negli anni Sessanta muta notevolmente e, spesso, viene giustamente confuso con il libro d'artista.
Innovativo nell'impaginazione e nella grafica, deriva dalla volontà da parte dell'artista di esprimere le proprie opinioni e diffondere la propria poetica attraverso un prodotto stampato in occasione della mostra personale. Questo ha favorito quindi la nascita del "genere ibrido" del catalogo di mostra / libro d'artista.
Uno degli esempi più significativi è Alfabeto di Jannis Kounellis, un libriccino di poche pagine costituito da stampe dei noti caratteri tipografici dell'artista (presentati per la prima volta nel 1960 alla Galleria La Tartaruga  - vedi immagine sottostante e post), accompagnati da una poesia visiva di Mario Diacono, un pioniere della poesia d'avanguardia, nonché critico d'arte e amico di Emilio Villa.
Il libro uscì nel '66 in occasione di una sua personale alla galleria Arco d'Alibert di Roma, che ne stampò il testo.

Jannis Kounellis, Senza titolo, Collezione Speck, Colonia (immagine tratta dal link)

La galleria già da alcuni anni aveva l'abitudine di stampare piccoli libelli o presentazioni di mostre, dal carattere editoriale fortemente innovativo, diffusi tra i clienti, e Alfabeto è uno di questi. Nonostante ciò, l'unico tra questi libri stampati dalla galleria ad essere designato oggi come libro d'artista, per ovvi motivi legati alla fortuna odierna di Kounellis, è proprio Alfabeto.
Altri due esempi di questa ibridazione sono il catalogo 2121969 di Giulio Paolini (vedi post) e il catalogo realizzato da Andy Warhol per la mostra al Moderna Museet di Stoccolma nel 1968, menzionato tra gli "Incunaboli del contemporaneo" dal noto studioso del libro d'artista Giorgio Maffei.

Andy Warhol [Andy Warhol], Moderna Museet, Stockholm, 1968 (immagine tratta dal link)
The paper catalogue, which usually comes out with an artist's solo exhibition, in the Sixties makes a change. Therefore is oftenly confused with the artist's book.
This object, with a very innovative layout and graphic, is a result of the artist's desire to express his own opinions and to spread his own poetic through a product printed on the occasion of the solo exhibition.
This habit have encouraged the birth of the "hybrid genre" of the exhibition catalogue / artist's book.
One of the most significant examples is Jannis Kounellis Alfabeto, a small book made by prints of his famous typographical symbols (presented for the first time in 1960 at the Tartaruga gallery - look at the immagine below and the post), combined with visual poems by Mario Diacono, a pioneer of the avant-garde's poetry, art critic and Emilio Villa's friend.
The book came out in '66 on the occasion of an artist's solo exhibition at the Arco d'Alibert gallery in Rome, which have printed it.
Since a couple of years the gallery used to print small graphically innovative ephemeras or exhibition flyers diffused to the clients, and Alfabeto is one of these. Nonetheless, the only one that is now called "artist's book", obviously because of the Kounellis' actual fame, is Alfabeto.
Another example is the Giulio Paolini's catalogue called 2121969 (look at the post) and the one realized from Andy Warhol for the exhibition in 1968 at the Stockholm Moderna Museet, mentioned between the "contemporary incunables" by the renowned artist's book reasearcher Giorgio Maffei.

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