mercoledì 30 gennaio 2013

Vita da uomo di Salinger / Salinger's The Catcher in the Rye

Jerome David Salinger, Vita da uomo, Gherardo Casini Editore,  Roma 1952 (immagine tratta dal link)

De Il giovane Holden abbiamo sentito parlare tutti, ma del libro Vita da uomo, a cura di Jacopo Darca, forse siamo in pochi a sapere. 
Si tratta della prima, sfortunatissima, edizione del capolavoro di Salinger, divenuto ormai un classico della letteratura americana del Novecento. Il romanzo otterrà il dovuto successo in Italia soltanto con la seconda edizione, a cura di Einaudi, del 1961.
Uscito soltanto l'anno precedente negli Stati Uniti come opera prima dell'autore, con il titolo The Catcher in the Rye, questa sorta di bildungsroman anticipa in qualche modo la letteratura dei giovani "arrabbiati" inglesi, quali Colin MacInnes con il suo Absolute Beginners. Oggi la sua valutazione per un esemplare firmato arriva a 11.000 euro, spesso trattato dalla casa d'aste Christie's di Londra.
La prima edizione italiana, invece, non raggiunge tali cifre, ma si aggira comunque sui 200-300 euro.
Un prezzo meritato per un buon romanzo.


J.D.Salinger, The Catcher in the Rye, Little Brown, Boston 1951 ( immagine tratta dal link)


About Il giovane Holden we all already heard, but about the book Vita da uomo, curated by Jacopo Darca, maybe not many of us know.
I'm referring to the first, unlucky, edition of the Salinger's masterpiece, which has become a classic of the american XX century literature. The novel will reach the success in Italy only after the second Einaudi's edition of 1961.
This kind of bildungsroman, called The Catcher in the Rye, which was published a year before the italian edition and which is the first work of the author, anticipates somehow the literary genre of the english "angry" guys, like Colin MacInnes with his Absolute Beginners. Actually a signed copy reaches 11.000 euros, often sold by the auction house Christie's in London.
The first italian edition it's not so expensive, but anyway the estimation is around 200-300 euros. 
A justified price for a good novel.

martedì 29 gennaio 2013

lunedì 28 gennaio 2013

Ciò che non ha limiti... / What doesn't have limits...

Giulio Paolini, Ciò che non ha limiti e per sua stessa natura non ammette limitazioni di sorta,Torino, In proprio, 1968 (immagine tratta dal link)
(immagine tratta dal link)


E' da un pò che non affronto uno dei miei argomenti prediletti: l'arte degli anni Sessanta.
Oggi, in particolare, voglio parlarvi di un libro d'artista molto raro realizzato da uno dei maestri dell'Arte Povera, Giulio Paolini, stampato in proprio in 50 esemplari firmati e numerati. 
Al momento non sono riuscita a trovare nemmeno una valutazione, ma è sufficiente far notare che il libraio antiquario torinese Giorgio Maffei lo offre con prezzo a richiesta. Orientativamente potrebbe aggirarsi intorno ai 600-1000 euro.
Ciò che non ha limiti... è costituito da un elenco di nomi e cognomi di persone conosciute da Paolini in ordine alfabetico e rappresenta un ante quem, in termini concettuali, della sua nota opera esposta alla rassegna Il Teatro delle Mostre dello stesso anno (di cui ho già discusso in passato; vedi post).
Il libro viene citato da Germano Celant - che vanta il merito di aver introdotto per la prima volta la definizione di questo prodotto artistico - nel suo libro Offmedia del 1977 (pp.107-73), dove viene ripreso e ampliato il suo articolo di alcuni anni prima dedicato al libro d'artista.


Germano Celant, Offmedia. Nuove tecniche artistiche: video disco libro, Dedalo, Bari 1977 (immagine tratta dal link)

Nel saggio su questo libro, Celant pone l'accento sul concetto di nome come "segno insignificante (...) termine personale e soggettivo che non possiede alcuna caratteristica universale né linguistica, è solo un termine di caratterizzazione astratta, indissolubile dalla persona(Offmedia, contenuto in G.Celant, Artmix. Flussi tra arte, architettura, cinema, design, moda, musica e televisione, Feltrinelli, Milano 2008, p.38). 
Un commento che rimanda alle teorie della semiotica introdotte dai testi di Roland Barthes, allora molto letto e discusso, che in Italia avevano in Umberto Eco il divulgatore più attivo. Per la semiotica ogni segno presente nella civiltà umana non ha significato di per sé, ma ne viene investito quando entra in un circuito culturale, acquistando anche diversi significati a differenza del contesto in cui si trova. Il segno sarebbe quindi l'espressione di una data cultura e non un elemento universalmente comprensibile.
Nel caso del libro di Paolini, il circuito culturale in grado di interpretare i suoi nomi è molto ristretto, poiché soltanto le persone a lui vicine possono decifrare e comprenderli. Con questo, secondo Celant, Paolini ha voluto esprimere la differenza tra libro d'artista e libro tradizionale (ad esempio il vocabolario o l'elenco scientifico), che non richiede alcuna interpretazione o verifica da parte dello spettatore.


Long time I don't write about one of my favourite topics: the art of the Sixties.
Today, in particular, I want to talk about a very rare artist's book realized by one of the Arte Povera masters, Giulio Paolini, printed by himself in 50 numbered and signed copies.
I haven't been able to find an estimation, but it's enough to say that the antiquarian librarian based in Turin Giorgio Maffei is offering it for a price on request. Indicatively it may cost 600-1000 euros.
Ciò che non ha limiti... is made by a list of names and surnames of Paolini's friends, in alphabetical order, and it's an ante quem, in conceptual terms, of his famous work showed at the group exhibition Il Teatro delle Mostre of the same year (about which I've already wrote; look at the post)
The book is mentioned by Germano Celant – who invented the artist's book's notion – in his book Offmedia, 1977 (pp.107-73), where he revises his old article about the artist's book.
In the essay about Paolini's book, Celant talks about the concept of the name as a “insignificant sign (…) a personal and subjective term, which doesn't have any universal or linguistic characteristics. It's just an abstract characterization that comes together with the person.” (Offmedia, in G.Celant, Artmix. Flussi tra arte, architettura, cinema, design, moda, musica e televisione, Feltrinelli, Milano 2008, p.38).
A notion which recalls to Roland Barthes's semiotics theories, very famous in that times, which in Italy were divulgated by Umberto Eco.
For the semiotic, every sign that exists in the human civilization it has no sense by itself, but it obtains it when it enters in a cultural context. It also may obtain many different meanings in different contexts. So the sign is the expression of a certain culture and not a universally understandable element.
In Paolini's case, the cultural context that is able to understand the names is very restricted, because only his friends can recognize it. With this work, according to Celant, Paolini wanted to show the difference between an artist's book and a traditional book (for example a vocabulary or a scientifical text), which doesn't require any interpretation or action by its public.


giovedì 24 gennaio 2013

Un'altra data fatidica - 1994 / Another fateful date - 1994

Pino Corrias, Massimo Gramellini, Curzio Maltese, 1994 Colpo grosso, Baldini & Castoldi, Milano 1994 (immagine tratta dal link)
Antonio Pennacchi, Mammut, Donzelli, Roma 1994 (immagine tratta dal link)
Chi mi legge da tempo sarà sicuramente a conoscenza del gusto che provo ad indagare le coincidenze in termini cronologici, ovviamente legate al mondo dei libri (vedi post1 e post2). Il 1994 in questo senso è un anno colmo di eventi, non solo per quanto riguarda l'editoria. 
Come tutti sapranno, nel '94 viene eletto Silvio Berlusconi, il quale, se ne dica male o bene - e mi astengo da ogni commento di carattere personale - , avviò il nostro Paese verso un radicale cambiamento. Nel maggio dello stesso anno è la volta di Nelson Mandela, il cui accostamento con Berlusconi - mi rendo conto - risulta quanto meno fuori luogo...
Il '94 è anche l'anno del suicidio del leader dei Nirvana Kurt Cobain, che scosse un'intera generazione di giovani che lo idolatravano, e dell'ultimo concerto dal vivo del grande Frank Sinatra, tenuto nei pressi di Tokyo.
Nel mondo della carta stampata, invece, avviene un fatto curioso: assistiamo all'esordio letterario di quattro penne attualmente molto note in Italia. Massimo Gramellini esce, assieme a due coautori, con il suo scandaloso resoconto del trascorso politico di Berlusconi, da quest'ultimo censurato e ridotto per un periodo a vera rarità. Di questo fatto è possibile sapere di più leggendo il già citato Libri scomparsi nel nulla.... ed altri che scompariranno presto di Simone Berni (Simple, Milano 2006, p.32). A onor del vero, attualmente il libro è reperibile su ebay ad un prezzo molto basso e in svariate copie.
Nello stesso anno viene stampato il sofferto - 33 rifiuti - libro di esordio di Antonio Pennacchi, il portavoce delle condizioni disastrose del mondo operaio. Mammut verrà riedito nel 2011 dalla Mondadori, riscuotendo un grande successo di pubblico. Personalmente l'ho letto in questa edizione, avendo vagato mari e monti per scovarlo senza successo. 
Lo stesso vale per il primo libro del grande scrittore romano Emanuele Trevi (di cui ho già scritto in precedenza), Istruzioni per l'uso del lupo. Da circa un anno ho avviato la ricerca di questo libro, che alla fine ho deciso di acquistare nell'ultima recente edizione della Elliott nel 2012.
Un'opera che ha riscosso molto successo, anche se l'autore mi ha personalmente confidato di non amarla troppo. Chiaramente si tratta di un saggio di un esordiente, quindi ancora acerbo e senza una precisa linea di pensiero. Molto distante dal suo capolavoro, finalista al Premio Strega, Qualcosa di scritto.
Concludo l'elenco citando nuovamente Branchie! di Ammaniti, senza entrare nel dettaglio ripetendomi. Del successo di Ammaniti ormai si conosce ogni dettaglio.


Emanuele Trevi, Istruzioni per l'uso del lupo, Castelvecchi, Roma 1994 (immagine tratta dal link)

Niccolò Ammaniti, Branchie!, Ediesse, Roma 1994 (immagine tratta dal link)

Who is following me since a while surely knows that I like to research chronological coincidences, obviously related to the world of books (look at the post1 and post2). To this end, the 1994 is a very full of events, not only for what regards publishing.
As everyone knows, in '94 Silvio Berlusconi was elected and, no matter if we think good or bad about him - and I don't want to express any personal opinions - , he began to guide our country to a radical change. In may of the same year was also elected Nelson Mandela; although I know that bringing together these two names seems quite inappropriate...
In '94 is also the year of Kurt Cobain's suicide, the leader of the Nirvana, that has shocked an entire generation of young guys who were idolizing him, and of the last Frank Sinatra's concert, organized near Tokyo.
For what concerns the world of the printed papers, happened a curious fact: four actually famous writers in Italy had their first book published. Massimo Gramellini and two other coauthors wrote their scandalous report about the Berlusconi's political circumstances, which provoked the censorship of the book and the consequent rarity of it.
About this fact we can read in the already mentioned Libri scomparsi nel nulla.... ed altri che scompariranno presto of Simone Berni (Simple, Milano 2006, p.32). To be honest, the book is currenlty selling on ebay for a low price and there are many copies available.
In the same year comes out the suffered - 33 rejections - debut book of Antonio Pennacchi, the spokeperson of the working class's conditions. Mammut will be reprinted in 2011 from Mondadori with a great success. Personally I've red it in this edition, cause I wasn't able to find it in the original version.
The same happened with the first book of the great roman writer Emanuele Trevi (about whom I've already wrote in the past), Istruzioni per l'uso del lupo. Since about a year I've started to look for this book, which at the end I've decided to buy in the latest edition by Elliott from 2012.
Istruzioni per l'uso del lupo is a very successful book, although the author have personally told me that he doesn't love it so much. It is clearly an essay by an emergent, so still immature and without a precise thinking line. Very far from his masterpiece, fnalist at the Premio Strega, Qualcosa di scritto.
I conclude citing again Ammaniti's Branchie!, without saying more cause I don't want to repeat myself. About the Ammaniti's success we already know every detail. 

mercoledì 23 gennaio 2013

Harry Potter mania!

J.K.Rowling, Harry Potter and the Philosopher's Stone, Bloomsbury, London 1997 (immagine tratta dal link)
J.K.Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, Salani, Milano 1998, prima edizione, prima ristampa (immagine tratta dal link)

La mania per Harry Potter e la passione collezionistica delle sue prime edizioni, che inevitabilmente ne consegue, non poteva sfuggire al mio occhio attento e rivolto in molteplici direzioni.
Il successo riscosso da questo straordinario racconto, che ammetto di non aver letto ma di cui credo abbiano sentito parlare tutti, è stato il primo di una lunga serie di successi riscossi dalla narrativa fantasy. Le vette delle classifiche di vendita sono ormai monopolio di libri come Eragon di Christopher Paolini o della saga di Twilight.
Ma il libro della Rowling fu il primo e il più amato.
Le sue quotazioni per quanto riguarda la prima edizione in assoluto, in lingua inglese, raggiungono i 3000 euro, anche se vi sono molte copie in circolazione.
Per quanto riguarda l'Italia, invece, la situazione è molto interessante e intricata. Come racconta Mariagrazia Mazzitelli, direttore editoriale di Salani, intervistata sul sito Wuz (vedi link), il libro fu stampato nel maggio 1998 in 20.000 copie con la copertina recante Harry Potter senza occhiali e il nome dell'autrice per esteso. Subito dopo, la casa editrice ricevette una lettera di protesta dall'agente con la richiesta di modificare la copertina nella versione attuale: presenza degli occhiali e abbreviazione del nome, forse per celare il sesso dell'autrice e raccogliere un maggior numero di pubblico.
Il successo fu immediato e nell'ottobre del 1999 ottennero già una richiesta di ristampa.
Al momento c'è soltanto una copia della prima, ricercatissima, versione ed è offerta su ebay ad un prezzo molto alto, 800 euro. Il mercato online però è invaso da edizioni postume (2000, 2001, 2002) che, sorprendentemente, vendono molto bene e arrivano a raggiungere i 40 - 50 euro. Il motivo è forse legato al fatto che l'edizione in commercio al momento, quella del 2012, è priva di rilegatura rigida; una qualità che spesso i cultori del libro cercano.


La copertina delle edizioni successive  / The cover of later editions

My careful and multidirectional eye just couldn't miss the Harry Potter's mania and the passion for its first editions's collecting, which comes unavoidably after it.
The success of this extraordinary novel, which, I have to admit, I didn't read but of course I heard about, is the first of a numerous sequence of successes achieved by the fantasy literature. The placement lists are now monopolized by books like Christopher Paolini's Eragon or Twilight saga.
But the Rowling's book was the first and the most loved.
Its valuaions for what concerns the first world edition in english, reaches 3000 euros, altough there are many copies in circulation.
For what concerns Italy the situation is interesting and complicated. As says Mariagrazia Mazzitelli, the Salani's editorial director interviewed on the website Wuz (look at the link), the book was printed in the may 1998 in 20.000 copies, with the cover showing Harry Potter without sunglasses and with the author's name in extenso. Immediatelly after, the printing house received a complaint letter form the agent, who was requesting the modification of the cover in the actual version: sunglasses and a shorten name, maybe because they wanted to hide the author's sex and obtain with it a larger number of readers.
The success was immediate and in the october 1999 they had a reprinting request.
At the moment there is only one copy on sale of the first, very sought after, version offered on ebay for a very high price: 800 euros. However the market is invaded by late editions (2000, 2001, 2002), which are - surprisingly - selling very well (around 40 -50 euros). Maybe this is related to the fact that the edition actually on sale, the one from 2012, doesn't have a hard binding; a quality usually requested by the book lovers.

Codex Seraphinianus


Luigi Serafini, Codex Seraphinianus, Franco Maria Ricci, Milano 1981, II voll. (immagine tratta dal link)
Un'immagine del libro (tratta dal link)
Soddisfando la segnalazione di un mio lettore, voglio parlarvi di un testo del prolifico artista romano Luigi Serafini, il Codex Seraphinianus, stampato in quattromila copie numerate e firmate. 
Ne venni a conoscenza leggendo Una storia della lettura di Alberto Manguel (Mondadori, Milano 1998), uno scrittore argentino estremamente colto e legato ai libri sia dal punto vista contenutistico che fisico. I suoi libri spesso parlano di altri libri, in maniera piacevole e confidenziale, con aneddoti tratti dalla sua vita personale.
Manguel, tra l'altro, ebbe la fortuna di stringere un rapporto personale con il grande scrittore argentino Jorge Luis Borges, i cui ricordi furono pubblicati da Manguel nel libro Con Borges (Adelphi, Milano 2005).
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Un altro libro di Alberto Manguel dedicato ai libri: Diario di un lettore, Archinto, Milano 2006 (immagine tratta dal link)
Per la sua descrizione mi affido a quella della Libreria Segni nel Tempoche lo offre a 3000 euro: "una sorta di codice miniato, che esplora in modo assolutamente personale e surrealista le varie branche del sapere e dell'esperienza di un mondo immaginario, alieno al nostro, ma che lo riflette palesemente. Come sottolinea Franco Maria Ricci in una sua comunicazione al lettore su foglio volante allegato al Codex, il primo volume di questa enciclopedia è dedicato alle scienze della natura (botanica, zoologia, teratologia, chimica, fisica e meccanica), mentre il secondo è dedicato alle scienze dell'uomo (anatomia, etnologia, antropologia, mitologia, linguistica, cucina, giochi moda e architettura)." Un'opera che nel mood consumistico e low culture degli anni Ottanta risulta quanto mai preziosa.
L'editore, inoltre, lo straordinario Franco Maria Ricci, ci riporta come in un fil rouge alla fonte iniziale: Jorge Luis Borges, che ha diretto la collana edita da Ricci La Biblioteca di Babele (che riprende il titolo di un suo famoso libro). Nella raccolta, oltre a testi di autori classici come Stevenson, Melville, Kafka o Kipling, figurano anche alcuni libri di Borges, oggi molto ricercati dal mercato collezionistico (per l'elenco completo, vedi il link). Uno di questi è A/Z del 1985, solitamente in vendita a 50 - 80 euro.


Jorge Luis Borges, A/Z, La Biblioteca di Babele, Franco Maria Ricci, Milano 1985 (immagine tratta dal link)

To satisfy the request of one of my readers, I want to talk you about a book by Luigi Serafini, Codex Seraphinianus, printed in 4000 numbered and signed copies.
I discovered it in the Alberto Manguel's Una storia della lettura (Mondadori, Milano 1998), an Argentine-born writer extremely cultured and book lover, both in a content and physical way. His books often talks about other books, in a pleasant and confidential manner, with anecdotes taken from his personal life.
By the way, Manguel had a fortune to establish a personal relationship with the great Argentinian writer: Jorge Luis Borges, about whom he wrote in the book Con Borges (Adelphi, Milano 2005).

For the description of the book I choose the one by the Libreria Segni nel Tempo, which is currently selling it for 3000 euros: "a kind of an illuminated code, which explores in an absolutely personal and surrealist way the many fields of the knowledge and the experience of an imaginary world, unknown to us, but that it clearly reflects it. As explains Franco Maria Ricci in a communication to the reader in the leaflet enclosed to the Codex, the first volume of this encyclopedia is dedicated to sciences of the nature (botanic, zoology, teratology, chemistry, physics and mechanics), the second to sciences of the human being (anatomy, ethnology, anthropology, mythology, linguistics, cooking, fashion games and architecture)." In the consumistic and low culture mood of the 80s this work appears very precious.
Moreover, at the end, the extraordinary publisher Franco Maria Ricci brings us - as in a fil rouge - to the initial source: Jorge Luis Borges, who has directed the Ricci's book series La Biblioteca di Babele (which recalls the title of one of his books). 
In the collection, besides the texts from classics authors like Stevenson, Melville, Kafka or Kipling, there are also some books by Borges, very sought after in the market of bookcollecting (for the complete list, look at the link). One of these is A/Z from 1985, usually on sale for 50 - 80 euros.

martedì 22 gennaio 2013

Scaffale dei ricercati / Shelf of the sought books

Mark Z. Danielewski, Casa di foglie, Mondadori, Milano 2005 (immagine tratta dal link)

Tutti ne parlano, tutti lo cercano. Come potevo non inserirlo in questa nostra consueta rubrica?

Everyone is talking about it, everyone is looking for it. How could I not include in our usual column?

Fortunate trouvailles / Lucky trouvailles

Orhan Pamuk, Roccalba, Frassinelli, Milano 1992 (immagine dalla mia collezione)
Il risultato della ricerca di libri rari per bancarelle e librerie antiquarie è sempre consegnato al caso, è una questione di fatalità.
Puoi girare per ore e spulciare uno ad uno i libri sugli scaffali senza concludere nulla. Poi arriva un giorno, per caso. Sei svogliato e fai un giro tanto per fare, distrattamente, e ti imbatti in un libro che cercavi da tempo. Non succede molto spesso, anzi, raramente. Ma quando succede hai l'ennesima conferma che tutto avviene a prescindere da te.
Di recente mi è capitato con questa opera prima in prima edizione italiana, Roccalba del premio Nobel Orhan Pamuk, uno scrittore turco che sta guadagnando un'ampia fama, noto soprattutto per il romanzo Il mio nome è rosso (Einaudi, Torino 2005). Questo libro ha appassionato i cultori dell'arte islamica, in particolare del minuzioso lavoro del miniaturisti, ma non solo. A me è particolarmente caro perché legato a un corso all'università di storia della miniatura islamica, condotto da uno dei professori più rinomati ed esperti del mondo islamico in Italia, Giuseppe Curatola. Una persona squisita, di una umiltà disarmante.
Roccalba esce nel 1992 per Frassinelli, ma viene ristampato nel 2006 dalla Einaudi con un altro titolo, Il castello bianco, per cui è maggiormente conosciuto.
Il libro al momento è irreperibile su tutti i canali ed è destinato a ricoprire un ruolo importante nel collezionismo di opere prime di scrittori stranieri.
Insomma, una vera trouvaille!

Orhan Pamuk, Il mio nome è rosso, Einaudi, Torino 2005 (immagine tratta dal link)

The result of book-searching through flea markets and re-sell bookshops has always to do with the fate, it's a fatality fact.
You could spend hours looking every book on the shelves and you don't find anything. Then it comes a day, by chance. You're unenthusiastic, you go just to take a look and suddenly you find a book you were searching since a long time. It doesn't happen so often; quite rarely in fact. But when it happens you have again the demonstration that all happens by chance.
Recently happened to me to find this debut novel in a first italian edition: Roccalba of the Nobel prize winner Orhan Pamuk, a turkish writer who is reaching the fame, known especially for the novel Il mio nome è rosso (Einaudi, Torino 2005). This book has excited the islamic art's lovers, in particular of the hard work of the miniaturists, but not only. Personally I appreciate it because it is related to an islamic miniature course I've followed, led by one of the most italian renowned experts of the islamic world, Giuseppe Curatola. A very kind person, extremely modest.
Roccalba came out in 1992 for Frassinelli, but it was reprinted in 2006 by Einaudi with a different title, Il castello bianco, for which is best known.
The book at the moment is untraceable everywhere and it will have an important role in the collecting of the first italian foreign's novel editions.
That's a great trouvaille!

lunedì 21 gennaio 2013

La moda del futurismo / The Futurism trend

F.T.Marinetti, Fillìa, La cucina futurista, Sonzogno, Milano 1932 (immagine tratta dal link)
F.Depero, Depero futurista, Edizione Italiana Dinamo Azari, Milano 1927
(immagine tratta dal link)

Chi mi segue da un po' avrà certamente notato che finora non ho mai scritto nulla sul futurismo, nonostante la grande mania per questo straordinario movimento che ha invaso il mercato negli ultimi anni, rivalutandolo e rivedendolo storicamente.
Sul collezionismo di cimeli e libri futuristi negli ultimi anni si sono versati fiumi di inchiostro. Edizioni di ricordi di collezionisti, mostre dedicate ai libri futuristi e testi critici di vario genere. Tutto ciò è stato il risultato di una passione che ha raggiunto anche la "massa", le persone meno esperte, partendo - come spesso accade - dagli Stati Uniti, un paese che spesso ci batte in lungimiranza. 
Solo per citare alcuni esempi, le rarità più richieste sono, ad esempio, il libro imbullonato di Fortunato Depero, costituito da una copertina in cartoncino e fogli di carta legati mediante due grossi bulloni con dadi e copiglie, o i libri di Filippo Tommaso Marinetti, come La cucina futurista, realizzata in collaborazione con Fillìa, o il raro e ricercatissimo Parole in libertà futuriste olfattive tattili-termiche.

F.T.Marinetti, Parole in libertà futuriste olfattive tattili-termiche, Edizioni futuriste di “Poesia”, Roma, Lito-latta, Savona 1932 (immagine tratta dal link)


Il futurismo, per i suoi risaputi legami con il fascismo, è un movimento che nel secondo Dopoguerra è stato molto scomodo e per questo motivo largamente ignorato. Intorno al principio degli anni Sessanta è stata avviata una operazione di recupero dei suoi apporti positivi, che furono adattati alle necessità dell'arte e della letteratura della neoavanguardia. La sua fortuna, da quella data, non è mai cessata.
In proposito amo citare un testo di cui ho discusso in un post, La collezione di Giampiero Mughini, che per quanto riguarda il collezionismo librario del Novecento risulta imprescindibile. 
Ad un certo punto, parlando della questione del rigetto del futurismo negli anni Cinquanta, Mughini affronta l'esempio di Benedetta Marinetti, vedova di Filippo Tommaso. La Marinetti all'inizio degli anni Cinquanta si trovava letteralmente alla fame e conservava nella sua casa di campagna, dalle parti di Tivoli, un grosso numero di capolavori del futurismo, da quadri a libri, sculture, manifesti e molto altro. Ma, come sottolinea Mughini, negli anni dell'immediato Dopoguerra l'interesse nei confronti di quei cimeli era pressoché nullo. All'alba degli anni Cinquanta, finalmente, il Museo internazionale d'arte moderna di New York le chiede di vendere la sua collezione e lei, a sua volta, chiede il permesso allo Stato italiano, che le darà il consenso, non ritenendo il futurismo un movimento importante (in G.Mughini, La collezione. Un bibliofolle racconta i più bei libri italiani del Novecento, Einaudi, Torino 2009, pp.3-53). Al di là della questione dello scacco subìto dagli Stati Uniti, caso peraltro non isolato e pagato ancora oggi dall'Italia a caro prezzo, è interessante notare come un movimento riesca a guadagnarsi un posto in prima fila per una serie di contingenze e rivalutazioni.


Sempresù [Carolus Cergoly], Maaagaala, ristampa anastatica dell'originale del 1928, Arbor Librorum, Trieste 2009 (immagine tratta dal link)

Dopotutto, è un pò la speranza che anima i librai antiquari che si occupano di cataloghi degli anni Sessanta, a detta loro ancora sottovalutati. 
Per concludere, la moda del futurismo ha curiosamente investito anche i cosiddetti "minori": personaggi che hanno preso parte al movimento con interventi sporadici o addirittura isolati, come il triestino Carolus Cergoly, che nel 1928 ha realizzato il libro futurista Maagaala utilizzando lo pseudonimo Sempresù. Oggi questo testo è ricercatissimo e raggiunge quotazioni da capogiro. Di recente è stato anche ristampato in anastatica dalla casa editrice triestina Arbor Librorum, ottenendo un grande successo.

Who is following me since the beginning, maybe have noticed that I've never wrote about Futurism, despite the great mania of this extraordinary movement that has invaded the market in the last years, reconsidering it and revising it historically.
About the collectionism of these books in the last years they have wrote and made a lot. Memoirs, exhibitions and critical texts of all types. All this is the result of the passion that has reached the "mass", the less expert ones, and which has started - as happens oftenly - from the USA, a country that usually looks forward better then us.
Just to make some examples, the most sought rarities are the Fortunato Depero's libro imbullonato, made by a cover and pages binded up with a big bolt and with nuts and cotter-pins. Or the books from Filippo Tommaso Marinetti, like the La cucina futurista, realized in collaboration with Fillìa, or the rare and sought Parole in libertà futuriste olfattive tattili-termiche.
The Futurism, for his well-known relationships with the Fascism, is a movement that caused many problems in the postwar age and therefore it was largely ignored. Then, around the beginning of the 60s, its positive aspects have been rehabilitated and adapted to the literature and avant-garde art's necessities. From that date on, its fortune never ended.
In regards to this, I use to mention an already discussed book (look the post): the Giampiero Mughini's La collezione, which for what concerns 90s book collecting is unavoidable.
At a certain point Mughini, talking about the question of the Futurism refusal in the 50s, makes the example of Benedetta Marinetti, the Filippo Marinetti's widow. 
The woman, in the beginning of the 50s, was totally poor and was conserving in her country house, around Tivoli, an enormous amount of Futurism masterpieces: from pictures to books, sculptures, manifests and many other. But, as Mughini clarifies, in the postwar age no one was interested in those things. 
Finally at the end of the 50s, the MOMA of New York asked her to sell her collection. Obviously, she asked the permission of the Italian government, which didn't say anything because it considered the Futurism a movement without a particular importance (in G.Mughini, La collezione. Un bibliofolle racconta i più bei libri italiani del Novecento, Einaudi, Torino 2009, pp.3-53).
Now, ignoring the question of the USA role, suffered by Italy very much, it's interesting to notice that some movements can become important thanks to some junctures and revaluations.
After all, is somehow what antiquarian librarians managing catalogues from 60s - which, are according to them, understimated - are hoping that will happen.
To conclude, the Futurism trend has curiously invested also the minor protagonists: people who took part of it with few partecipations, like Carolus Cergoly from Trieste, who has realized in 1928 the futuristic book Maaagaala, using the pseudonym Sempresù. Now the text is very sought and estimated. Recently it has been also reprinted in a facsimile edition from the printing house Arbor Librorum based in Trieste, achieving a great success.

martedì 15 gennaio 2013

Invasion of the Space Invaders di Martin Amis

Martin Amis, Invasion of the Space Invaders, introduction by Steven Spielberg, Hutchinson, London 1982 (immagine tratta dal link)

Scoprii la scrittura di Martin Amis per caso, acquistando un libro da un rivenditore dell'usato. Non sapevo chi fosse e nemmeno che la sua fama avesse raggiunto anche l'Italia. 
Si trattava del libro L'Informazione (Einaudi, Torino 1996); un racconto in prima persona di un aspirante scrittore che soffre il successo editoriale del migliore amico, autore di libri molto più commerciali e dozzinali dei suoi. Scrittura complessa, sarcastica e colma di allusioni colte.


Martin Amis, L'Informazione, Einaudi, Torino 1996 (immagine tratta dal link)

Quando, quindi, seguii l'asta del libro di cui sopra, Invasion of the Space Invaders, (peraltro messo in vendita da un importante libraio antiquario operativo su ebay, souvenir_century) non mi resi immediatamente conto che si trattava dello stesso autore. Era un testo dedicato agli arcade games, "giochi da sala", distante anni luce dalla produzione raffinata di Amis. Con l'eccezione di una prefazione illustre: Steven Spielberg.
Il risultato dell'asta, però, portato dagli offerenti a più di 100 euro, faceva pensare a un autore importante...
Alla fine scoprii che si trattava di Amis e, grazie ad un recente articolo su Il Sole 24 Ore, venni a sapere che il libro fu da lui stesso rinnegato a successo ottenuto (da Emilio Cozzi, "E Martin Amis rinnegò il suo testo", Il Sole 24 Ore, 13 gennaio 2013)
Mai più ristampato e assente nella sua recente biografia ad opera di Richard Bradford (Martin Amis. The biography, Pegasus Books, Berkeley 2012), il titolo è destinato all'oblio.
Ma rimane sempre una chicca per collezionisti...


I discovered Martin Amis by chance, when I bought one of his books in a re-sell market. I didn't know who he was neither that he was quite known in Italy.
The book was The information (Einaudi, Torino 1996), talking in first person about an aspiring writer who suffers for the successful career of his best friend, who publishes commercial and cheap books.
A very complex, sarcastic and full of cultured allusions writing.
So when I followed the auction of the book Invasion of the Space Invaders (by the way, sold by an important antiquarian librarian working on ebay, souvenir_century) I didn't realize immediatelly that it was from the same writer. It was a text about the arcade games, very far from the Amis's refined works. With the exception of an eminent prefaction: Steven Spielberg.
The result of the auction, however, (more than 100 euros) was telling me that we were talking about an important author...
Finally I found out that it was Amis and, thanks to a recent article in the Il Sole 24 Ore, I discovered that the book was repudiated by him after his success (da Emilio Cozzi, "E Martin Amis rinnegò il suo testo", Il Sole 24 Ore, 13 gennaio 2013).
Never reprinted and never mentioned in the recent Richard Bradford's biography (Martin Amis. The biography, Pegasus Books, Berkeley 2012) , the book is destined to disappear.
But it still remains a collector's obsession...

lunedì 14 gennaio 2013

Solidarietà verso la Richard Ginori / In solidarity with the Richard Ginori

La manifattura Richard-Ginori, Mondadori - De Luca, Milano 1988 (immagine tratta dal link)

La dichiarazione di fallimento della storica manifattura di porcellane Richard Ginori, attiva in Italia dal 1735, ha scosso un po' tutti. L'ennesima sconfitta subìta dal nostro paese negli ultimi anni.
La Richard Ginori da sempre combina avanguardia e tradizione, realizzando sia opere in serie che pezzi unici. Veri capolavori di inconfondibile impronta italiana, come il vaso brocca Galatea (in coppia al vaso brocca Nettuno), uno dei miei prodotti preferiti, derivante dai vasi in bronzo dello scultore fiorentino Massimiliano Soldani Benzi che li produceva verso la fine del XVIII secolo.


Il vaso brocca Galatea (immagine tratta dal link)

Come tutte le grandi aziende italiane, la Richard Ginori negli anni ha prodotto anche preziose rarità bibliografiche, che illustrano la storia e i prodotti più amati dal pubblico e che oggi sono contese dai bibliofili. Una di queste è il libro Ceramiche Moderne d'Arte Richard Ginori, edita da Alfieri & Lacroix intorno agli anni Cinquanta (nel testo non è riportata la data di stampa). Il libro, interamente illustrato in bianco e nero e a colori, riproduce importanti pezzi moderni delle Manifatture di Doccia, San Cristoforo e Mondovì, sotto la supervisione di Giò Ponti, che vi lavorò come direttore artistico dal 1923 al 1930. Attualmente esiste soltanto una copia in vendita online a 200 euro dalla libreria La Bottega delle Occasioni.


Ceramiche Moderne d'Arte Richard Ginori, Alfieri & Lacroix, Milano s.d. (immagine tratta dal link)

Un altro libro interessante e discretamente ricercato è La manifattura Richard-Ginori; il catalogo completo dei prodotti realizzati fino al 1988, data di stampa del libro. Seppur non raro, la sua quotazione più alta raggiunge i 200 euro.
La speranza è, se non si riuscirà ad evitare in qualche modo la completa chiusura, che rimanga almeno il suo ricordo nelle menti dei collezionisti!


The bankrupt declaration of the historic porcelain factory Richard Ginori, active in Italy since 1735, has worried everybody. Another defeat suffered by our country in the last years.
The Richard Ginori since the beginning has brought together avant-garde and tradition, realizing both serial works both unique pieces.
Real masterpieces with an unmistakable italian imprinting, like the vase Galatea, one of my favourite products, deriving from the bronze vases of the florentine sculptor Massimiliano Soldani Benzi, realized at the end of the XVIII century, with his pair Nettuno.
As all great italian firms, Richard Ginori through the years has produced also precious bibliographical rarities that illustrate the best sold products and the history of the firm. These books are now very sought.
One of these is Ceramiche Moderne d'Arte Richard Ginori, printed by Alfieri & Lacroix around 50s (in the text it is not shown the date). The book, interely illustrated in black and white and colours, reproduces important modern pieces of the Manufactures in Doccia, San Cristoforo and Mondovì, under the supervision of Giò Ponti, who has been its artistic director from 1923 to 1930. There is only a copy currentlty selling for 200 euros by the library La Bottega delle Occasioni.
Another interesting and quite sought book is La manifattura Richard-Ginori; the complete catalogue of the products made since the 1988, printing date of the book. Although it is not rare, its highest valuation reaches the 200 euros.
We hope that, if they could not avoid the complete closure, that it could at least remain in the collector's minds!

venerdì 11 gennaio 2013

Il nuovo Mart di Rovereto / The new Rovereto's Mart

Un'immagine della sala dedicata alla Ricerca (immagine tratta dal link)

Il Mart di Rovereto è uno dei pochi musei somiglianti al modello d'oltreoceano. Architettonicamente accattivante, spazioso e con una grande attenzione verso il contemporaneo. Inoltre è dotato di un'ottima e ben fornita biblioteca.
Ricordo quando vi passai delle giornate di ricerca per la mia tesi di laurea, incentrata sul libro d'artista: quasi tutta la bibliografia che mi serviva era conservata all'interno. Un fatto davvero straordinario per una biblioteca italiana, soprattutto di proprietà di un museo.
Ora il Mart ha una nuova direttrice, Cristina Collu, una giovane e capace ragazza che si è messa subito al lavoro e ha avviato un programma di rinnovamento degli spazi (e del sito online), con il futurismo come "colonna portante della collezione", come spiega Giulia Galassi in un recento articolo sul museo.
Confesso di non essere ancora riuscita ad andare a vederlo, ma dalle immagini sembra molto interessante!
Un aspetto che mi ha colpita è l'allestimento della sala dedicata alla Ricerca: vecchi cataloghi di mostre ancora incartati sono sistemati in pile ai bordi della stanza, pronti per essere raccolti e portati a casa liberamente. Un'idea nuova, che permette di liberarsi dei rimasugli di magazzino promuovendo nel mondo l'immagine del museo. Un catalogo potrebbe essere, ad esempio, raccolto da un direttore di un'istituzione straniera e figurare così nella sua collezione o, magari, da un giovane studente che lo scambierà con i compagni di corso.

Mart, Museum of Modern Art, Rovereto (immagine tratta dal link)
Cristina Collu (immagine tratta dal link)

The Rovereto's Mart is one of a few museums looking like the Americans. Charming architecture, very spacious and with a big attention to the contemporary art. Moreover it has a good and equipped library. 
I remember spending entire days researching for my graduation work, based on the artist's book: almost every book I needed was available in it. Quite unusual for an italian library, especially if part of a museum.
Now the Mart has a new director, Cristina Collu, a young and able girl who was immediatelly started to work for the institution, with a renovation program of the spaces (and also of the website), putting the futurism on the center of the collection, as Giulia Galassi explains in a recent article about the museum.
I must confess that I haven't seen it yet, but in the pictures it seems very interesting!
What surprised me more, was the room dedicated to the research (called Ricerca): old exhibition catalogues, still wrapped, are left on the floor next to the walls, available for those who want to catch and take them home. A new idea that helps to rid old remainders and, at the same time, to promote in the world the museum's image. A catalogue may be, for example, picked up by a professor of a foreign insitution and so become part of its collection or, maybe, by a young student who may share it with his classmates.