giovedì 4 aprile 2013

La grande famiglia di Massimo Gatta / Massimo Gatta's La grande famiglia

Massimo Gatta, La grande famiglia. Storie di editoria e bibliografia, Biblohaus, Macerata 2012 (immagine tratta dal link)
Ho appena iniziato questo nuovo libro di Massimo Gatta, massimo esperto di editoria e bibliografia, edito da una delle mie case editrice preferite, la Biblohaus, che a cadenza varia fa uscire anche una rivista (Cantieri) dedicata alla bibliofilia.
In realtà il libro non propone nulla di "nuovo": testi apparsi precedentemente su varie riviste, come Charta, o tratti da vecchie intervisteMa la brevità e la varietà degli argomenti trattati lo rende godibilissimo. 
Particolarmente interessante mi è parso il capitolo sull'editoria clandestina ai tempi del fascismo studiata, tra gli altri, da Giampiero Mughini - a cui mi piacerebbe dedicare qualche post - , ma anche, nello specifico, un'osservazione di Gatta in merito al "linguaggio universale" in uso tra i bibliofili: "Tempo fa un giornalista di Repubblica si stupiva - in suo articolo - che Marcello Dell'Utri avesse recensito positivamente su L'Esopo un libro "nemico" di Oliviero Diliberto. In quell'occasione le sfuggiva forse che quel linguaggio universale, di cui sopra, era parlato da entrambi."(p.35)
E' proprio vero: la passione per i libri accomuna persone di ideologie e provenienze completamente differenti, e questo è, a mio avviso, uno dei fatti più straordinari.

I've just started this new book by the expert of bibliography and publishing Massimo Gatta. The book was printed by one of my favourites publishing houses, Biblohaus, which has also a magazine dedicated to bibliophilia, called Cantieri (it comes out with a various cadence).
In fact the book is not offering new topics; just already appeared texts in magazines, like Charta, or taken by old interviews. But the fact that are short and various makes the reading very pleasant.
I've found particularly interesting the chapter about the clandestine publishing during the Fascism, researched by Giampiero Mughini, about which I'm going to write in future. But also an observation by Massimo Gatta about the "universal language" used by bibliophiles: "Some time ago a journalist of the Repubblica was surprised - in an article - about a Marcello Dell'Utri's positive review on L'Esopo of an Oliviero Diliberto's "enemy" book. On that occasion she was missing that this universal language, was spoken by both of them." (p.35)
Really is true: the passion for book brings together people from totally different positions and ideologies and that is, to me, one of the most extraordinary things.


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